domenica 19 maggio 2019

la biblioteca di babele

La biblioteca di Babele (titolo originale La biblioteca de Babel) è un racconto fantastico di Jorge Luis Borges, apparso dapprima nel 1941 nella raccolta Il giardino dei sentieri che si biforcano e poi nel 1944 all'interno del volume Finzioni.
In esso si descrive un allucinante universo che essenzialmente è una biblioteca spazialmente infinita composta di sale esagonali, che raccoglie disordinatamente tutti i possibili libri di 410 pagine in cui si susseguono sequenze di caratteri senza ordine, in tutte le possibili combinazioni.

lo studio


LO STUDIO

- la lettura:  è la capacità di controllare in maniera flessibile il proprio modo di leggere a seconda delle circostanze, è inoltre un lavoro attivo sul testo.
Un lettore esperto è in grado di cogliere i contenuti principali di un testo. Questa si chiama lettura diagonale, vuol dire che si saltano pezzi appena si ha la sensazione di aver colto il senso.
La lettura può essere attiva, in quanto si va in cerca di informazioni particolari nel testo, o passiva, se ci si limita a registrare le informazioni che man mano vengono lette.

- le tecniche di studio:
  • sottolineare, se serve all'organizzazione del testo
  • prendere appunti
  • riassumere
  • fare grafici e diagrammi
- i materiali di studio: tutto ciò che serve per una buona organizzazione

- metodo di studio: metodo pq4r (preview, questions, read, reflect, recite, review)


I PROBLEMI DELL'APPRENDIMENTO

Un problema invece insorge quando c'è una differenza tra l'abilità di una persona e il suo reale rendimento scolastico. Lo studio clinico si concentra sulle limitazioni più gravi e persistenti legate all'apprendimento e in particolare al successo scolastico. Si stima che le persone che soffrono di disturbi dell'apprendimento siano 2% al 10% della popolazione. Quasi la metà delle persone che abbandonano la scuola ha sofferto di tali disturbi. Spesso disturbi specifici come la dislessia, la disgrafia o la discalculia hanno origine in problemi legati a dei deficit sensoriali e di elaborazione di ciò che si ascolta o si legge.

L'APPRENDIMENTO SECONDO IL COMPORTAMENTISMO

L'APPRENDIMENTO SECONDO IL COMPORTAMENTISMO


Secondo i comportamentisti, l'apprendimento del linguaggio segue il modello dell'associazione tra stimolo e risposta.
Questa idea di apprendimento è simile a come le persone credono di imparare  la lingua, per imitazione di ciò che sentiamo o leggiamo. Inoltre il linguaggio dei bambini dovrebbe essere semplificato rispetto a quello degli adulti.L'idea che tutto venga dall'esperienza, e niente sia innato, è stata criticata dai meccanismi dell'apprendimento linguistico. I comportamentisti ritengono che l'uso della grammatica sia il prodotto dell'esperienza, mentre si è giunti alla conclusione che gli esseri umani siano dotati di una "grammatica innata" che guida l'apprendimento linguistico.

L'idea che il linguaggio venga appreso nel corso dello sviluppo è stata messa in discussione dagli psicologi cognitivi e in particolare da Noam Chomsky.
Chomsky partì dalla constatazione che la grammatica di una lingua è troppo complessa per essere appresa solo per imitazione.
I bambini rivelano la capacità di usare regole grammaticali anche con pochi stimoli e istruzioni.
Se nessuno ha spiegato a un bambino una differenza grammaticale come quella citata da Chomsky.
L'ipotesi rivoluzionaria di Chomsky è che il linguaggio è una facoltà in gran parte autonoma dell'esperienza, determinata geneticamente e che matura secondo fasi fisse, allo stesso modo con cui, durante la crescita, il corpo e gli organi di una persona si sviluppano. Secondo Chomsky l'ambiente esterno fornisce solo gli stimoli necessari per attivare la nostra capacità linguistica ma non può essere l'unica fonte di apprendimento del linguaggio. Secondo Chomsky, anche se le lingue del mondo sono diverse tra loro, seguono tutte delle regole comuni innate, che costituiscono la grammatica universale.
La grammatica universale è stata paragonata a un sistema di interruttori: alla nascita, e nei primi periodi di vita, questi interruttori sono tutti aperti. La persona, poi comincia a imparare una lingua specifica parlata nel suo ambiente. L'influsso di questa lingua "chiude" alcuni di questi interruttori e ne lascia aperti altri, formando pian piano il sistema grammaticale della propria lingua madre. Questo processo, che abbiamo visto in forma più generale parlando dello sviluppo del cervello è simile al meccanismo dell'imprinting nel mondo animale.

l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello

L'UOMO CHE SCAMBIO SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO- Oliver Sacks


Pubblicato nel 1985, l 'uomo che scambiò sua moglie per un cappello è un saggio neurologico di Oliver Sacks. L'autore parla delle sue esperienze cliniche da neurologo e descrive alcuni casi di pazienti con lesioni encefaliche, che hanno comportamenti singolari e imprevedibili.
In ogni capitolo Sacks descrive alcuni casi clinici particolari che gli è capitato di incontrare nella sua esperienza come neurologo di una casa di cura statunitense. La componente umana di ogni sua storia, la realtà del paziente, viene descritta con toni a volte umoristici, a volte molto pietosi e dolorosi, mentre l'analisi clinica sulle cause che hanno provocato questo particolare tipo di comportamento è sempre precisa e rigorosamente scientifica, pur producendo talvolta anche riflessioni filosofiche sulla natura più profonda della malattia in sé.

domenica 12 maggio 2019

la mente

LA MENTE COME INTERFACCIA TRA UOMO E MONDO

La nostra conoscenza e la nostra esperienza del mondo esterno sono il prodotto della raccolta e dell'elaborazione di informazioni, o stimoli, da parte del sistema nervoso. Esso è l'interfaccia tra noi e la realtà.
Dal punto di vista fisiologico il sistema nervoso è diviso in due aree principali:
1. il sistema nervoso centrale: comprende tutto ciò che è contenuto nella scatola cranica e il midollo spinale, protetto dalla colonna vertebrale;
2. il sistema nervoso periferico: è l'insieme delle ramificazioni nervose, che dal cervello raggiungono tutto il corpo.
Il s.n. può essere definito secondo tre criteri:
1. s.n. sensitivo: che serve per l'acquisizione di segnali provenienti dall'ambiente esterno e interno;
2. s.n. somatico: è la parte volontaria del sistema nervoso, ovvero quella che comanda e coordina il movimento della muscolatura volontaria;
3. s.n. vegetativo

lunedì 6 maggio 2019

i sogni

I SOGNI

La psicologia definisce i sogni come una sequenza di immagini,pensieri,emozioni che avviene durante il sonno, una sequenza più o meno coerente in cui spesso le leggi della logica e le regolo che guidano la realtà sembrano sospese. 
Il sogno è diverso dall'immaginazione, perché è involontario e non può quindi essere controllato. inoltre è diverso dalle allucinazioni, perché una volta svegli riusciamo a distinguere la realtà dal sogno.
Nell'opera di Freud "l'interpretazione dei sogni", questi vengono descritti come manifestazioni dell'inconscio che possono essere decifrate. Freud ipotizzò che i sogni sono la rappresentazione illusoria dell'appagamento di un desiderio che nella realtà non è stato soddisfatto. La mente da un lato permette ai desideri di esprimersi nei sogni, dall'altro esercita anche un controllo nei confronti dei desideri "proibiti", che erano stati rimossi e seppelliti nell'inconscio perché ritenuti moralmente o socialmente inaccettabili. 
lavoro onirico: processo con cui la mente trasforma e rende indiretto un sogno nascindendo il suo significato reale; consiste in processi come la condensazione, cioè a fusione di pensieri o esperenze in un unico sogno, e lo spostamento, ovvero la deviazione degli impulsi riguardanti un certo tema verso un tema completamente diverso. 
I sogni diventano come dei simboli o dei testi che vanno interpretati, in cui si deve cercare di scoprire il significato nascosto che li ha prodotti.

lunedì 25 marzo 2019

i traumi e i meccanismi di difesa dell'io

I TRAUMI E I MECCANISMI DI DIFESA DELL'IO
Per Freud però ci possono essere anche esperienze particolarmente negative, di breve durata, talmente intense da provocare dei disturbi permanenti nell'equilibrio psichico della persona: si tratta dei traumi. L'nfanzia è un periodo della vita in cui vi è maggiore facilità di subire traumi.Per alleviare un conflitto si può mettere a repentaglio la stabilità psichica di persona, si mettono in atto delle "strategie" di difesa che cercano di ridurre, risolvere o almeno ignorare la tensione dovuta alla contraddizione: la regressione, la rimozione, lo spostamento, la razionalizzazione, la negazione e la proiezione.

inconscio e linguaggio

INCONSCIO E LINGUAGGIO
Secondo Lacan l'inconscio è strutturato come un linguaggio e quindi è analizzabile con strumenti come la linguistica che studiano la natura dei segni e dei simboli. Quando pensiamo siamo influenzati dal nostro linguaggio, ciò significa che il pensare è limitato dal tipo di parole esistenti , dalle strutture grammaticali della lingua, dal numero e dal significato dei suoi nomi, verbi o aggettivi. Per Lacan il fatto che i problemi dell'inconscio vengano curati con il linguagio significa che l'inconscio è esso stesso linguaggio.

L'inconscio collettivo

L'INCONSCIO COLLETTIVO

Secondo Jung anche un gruppo, come una società, può essere considerato come un inconscio collettivo, dotata di conoscenze, valori, pulsioni sommerse che non restano confinate al singolo, ma si trasmettono per intere generazioni. Ci sono elementi depositati all'interno di una cultura che fanno parte del bagaglio collettivo di conoscenze dei suoi membri, come i miti, i simboli religiosi, le favole.
Un archetipo è il termine che  Kar Gustav Jung ha proposto per l' insieme di idee, simboli e rappresentazioni depositate nell'inconscio collettivo.

martedì 5 marzo 2019

l'intelligenza

COME SI PUò  DEFINIRE L'INTELLIGENZA? 

Ci sono due principali scuole di pensiero sulla natura e sulle proprietà dell'intelligenza:

  • La prima sostiene che l'intelligenza è una quantità unica e generale da cui derivano le altre capacità. Avere un successo scolastico è prova, secondo questi, che chi ha un intelligenza generale elevata sia dotato nella maggior parte delle materie e dei compiti.
  • La seconda sostiene che ci siano tante intelligenze di diverso tipo e che non è possibile avere un unico tipo di misurazione o prova. 
La nostra mente ha esperienze che riesce a trasformare in conoscenza. 

MISURARE L'INTELLIGENZA 


Alla fine del diciannovesimo secolo Alfred Binet e Paul Simon furono incaricati di sviluppare un test che permettesse di individuare tra i futuri scolari quelli che avrebbero potuto avere dei problemi nell'apprendimento. Il test d'intelligenza elaborato era basato su prove calibrate sull'età mentale del bambino. 
Il test di Binet ha introdotto il concetto di quoziente intellettivo (qi). Quoziente sta per il rapporto tra l'età mentale  e quella reale, moltiplicato per cento. http://it.iq-test.cc 
Due terzi della popolazione rientra nella fascia tra gli ottantacinque e i centoquindici punti, al disotto vi sono individui con ritardi intellettuali più o meno gravi e al di sopra persone considerate aventi un'intelligenza sopra la media. C'è molta discussione sul rapporto tra fattori "ambientali" e fattori "naturali". 
La scolarizzazione ha un effetto evidente sulle prestazioni nei test, anche in quelli culturalmente indipendenti di Raven, che non hanno alcun riferimento alle nozioni apprese.
Inoltre, secondo Flynn, di generazione in generazione vi è spesso un aumento del quoziente intellettivo, motivo per il quale secondo lo scienziato i test non misurassero realmente la persona ma capacità simili.
L'intelligenza di una persona è il risultato di potenzialità in parte ereditarie che però possono manifestarsi e svilupparsi solo in un ambiente culturale ed educativo adeguato. I fattori ambientali ed educativi svolgono quindi una funzione molto importante nella vita dell'essere umano, in quanto svolgano un ruolo ponderatore e possono influenzare lo sviluppo intellettuale di un bambino, al di là delle qualità ereditate dai genitori. Le potenzialità inoltre mettono in luce i limiti del test d'intelligenza, con il quale si misura quello che un soggetto sa già fare, ma non quello che la persona potrebbe imparare.

LA TEORIA DELLE INTELLIGENZE MULTIPLE DI GARDNER


Secondo coloro che sostengono che vi siano più intelligenze, il test del quoziente intellettivo non è null'altro che un test per calcolare le sole capacità logico-matematiche e quelle linguistiche.
Il più importante sostenitore delle teorie delle intelligenze multiple è lo psicologo americano Howard Gardner, secondo cui la mente umana va pensata come una serie di capacità tra loro relativamente separate, collegate in modo debole e non prevedibile. Inoltre Gardner propone una definizione di intelligenza non tanto su ciò che è ma su ciò che può fare.
Gardner ha elencato sette tipi di intelligenza:

  1. i. logico-matematiche (vedere relazioni astratte, fare calcoli, ragionar in modo logico)
  2. i. linguistica (capacità di esprimersi e scrivere correttamente, saper discutere e argomentare)
  3. i. spaziale (capacità di riconoscere e manipolare forme, e muoversi nello spazio)
  4. i. musicale (avere orecchio musicale, avere senso del ritmo, comporre ed eseguire musica)
  5. i. corporea-cinestetica (capacità motorie e manipolatorie del proprio corpo)
  6. i. interpersonale (riconoscere intenzioni emozioni e motivazioni delle altre persone)
  7. i. intrapersonale (comprendersi)
Teorie di questo tipo rendono però praticamente impossibile misurare l'intelligenza.

RISOLVERE PROBLEMI E RAGIONARE


L'intelligenza è legata alla capacità di risolvere i problemi. Vi sono due tipi di problemi:

  • p. ben definiti: quelli in cui le procedure e le regole sono determinate in modo chiaro.
  • p. mal definiti: le cui procedure per la soluzione non sono chiare e devo quindi essere trovate o inventate.
L'intelligenza è strettamente connessa con la creatività. La capacità di usare forme apprese di comportamento è detta intelligenza riproduttiva, mentre quella produttiva consiste nel vedere in modo nuovo i problemi e trovare nuove possibilità di utilizzo di ciò che ci circonda. L'intelligenza creativa consiste nel rompere gli schemi mentali su cui ci fissiamo e trovare soluzioni originali ai problemi.

La capacità di creare analogie sta alla base della possibilità di risolvere problemi. Un'analogia è la creazione di una relazione tra situazioni e oggetti tra loro differenti.

lunedì 18 febbraio 2019

inconscio e psicoanalisi

SIGMUND FREUD E LA PSICOANALISI

La psicoanalisi ha come scopo quello di esplorare ed andare al di là della nostra consapevolezza, alla ricerca dei motivi più profondi dei nostri desideri, conflitti e comportamenti.
Sigmund  Freud è il padre di questa scienza, nato nel 186 lo studioso austriaco fondò la psicoanalisi come terapia e metodo d'indagine. Secondo Freud l'inconscio sta alla base dei processi più profondi della nostra vita mentale.7
La psicoanalisi può essere definita come la disciplina che cerca di portare alla luce le dinamiche dell'inconscio.

Secondo Freud si nasce con una quantità fissa di energia o istinti, che sono la fonte di ogni pulsione ed il fondamento di tutti i comportamenti, le motivazioni e i pensieri. Le fonti di energia secondo Freud sono tre: la sessualità, le pulsioni di autoconservazione e l'aggressività.
L'energia con cui si nasce secondo Freud è incontrollata e la chiama "id" cioè la parte oscura, inaccessibile della nostra personalità. 
Durante i primi tre anni di vita il bambino entra in contatto con il mondo esterno e sviluppa l'"ego", un punto di unione tra mondo interiore e realtà esterna. 
Il super-io costituisce la parte etica e morale delle persone, cioè quello che è giusto e quello che è sbagliato fare.
Il ruolo dell'io è quello di fare da mediatore tra pulsioni e norme etiche, inoltre questo tenta di difendersi tra i conflitti dell'id e del super io.

La psiche secondo Freud è suddivisa in tre regioni:
  • l'inconscio, cioè la parte sommersa di un iceberg;
  • il preconscio, la parte quasi sulla superficie;
  • il conscio, la parte fuori dall'acqua.
Crescendo un individuo deve abbandonare la tendenza alla soddisfazione immediata degli istinti per il beneficio dell'intera comunità.
Gli istinti vengono così repressi, e non cancellati, restando nascosti nell'inconscio. Questi istinti possono manifestarsi sotto forma di sogni, produzione artistica o lapsus, errori che rivelano i desideri inconsci. Dove la pressione è più dirompente si verificano casi di ansia, nevrosi o vere e proprie patologie psichiche. 
Lo scopo dell
a psicoanalisi è quello di risolvere i conflitti che nascono dalla pressione di queste forze sulla stabilità mentale della persona.



la biblioteca di babele

La biblioteca di Babele (titolo originale La biblioteca de Babel) è un racconto fantastico di Jorge Luis Borges, apparso dapprima nel 1941...